Di questo libro Kundera ha scritto: "Nel 'Libro del riso e dell'oblio', la coerenza dell'insieme è data 'unicamente' dall'unità di alcuni temi (e motivi), con le loro variazioni. E' un romanzo, questo? Io credo di sì". E lo stesso vale per i numerosissimi lettori che questo libro ha avuto dal 1979 a oggi e che vi hanno riconosciuto una delle più audaci imprese letterarie del nostro tempo: un "romanzo in forma di variazioni". Cambiano totalmente i personaggi e le situazioni, in ciascuna delle sette parti in cui (come d'obbligo in Kundera) il libro si divide. Ciascuna è autosufficiente - e tutte si susseguono "come le diverse tappe di un viaggio che ci conduce all'interno di un tema, all'interno di un pensiero, all'interno di una sola e unica situazione la cui comprensione, per me, si perde nell'immensità". Su tutto, un gesto si mostra con peculiare insistenza: il tentativo di sottrarsi alla cancellazione di ciò che è avvenuto. Come dice un personaggio del romanzo: "la lotta dell'uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l'oblio".