Sullo sfondo tormentato della storia di Israele, Yair Mendelson inizia a tessere la sua vicenda, dal momento magico in cui è nato fino a quando realizza il sogno di costruirsi una nuova casa con la donna che ama. Il suo racconto si intreccia con la meravigliosa storia d'amore tra due quattordicenni che condividono la passione per i piccioni viaggiatori, che nutrirà negli anni il loro rapporto, nonostante le distanze e le difficoltà. E se la prima lettera tra i due è solo l'inizio di una grande avventura, la colomba che spicca il volo dal campo di battaglia portando un'ultima irripetibile missiva è qualcosa che non ha precedenti né nella storia del volo, né in quella della letteratura. È la dimostrazione che l'amore sa volare al di là di tutto: dell'odio, dei confini, del tempo.
Mi ha colpito: per la capacità dell'autore di dipingere il panorama interiore dei personaggi e nel contempo di dare un affresco del loro paese, delle vicende storiche, della guerra. E per la trama che nel punto cruciale è decisamente improbabile e tuttavia è resa in modo così poetico e sorprendente che non si può fare a meno di restarne affascinati.
Il ragazzo e la colomba
Mara Marantonio - 20/03/2008 10:10
5/
5
Meir Shalev trasforma uno spunto attinto dall'esistenza quotidiana in un complesso ricamo nel quale si incontrano e si scontrano i caratteri più diversi, ricco di sfumature e di colori come il Paese nel quale esso si dipana, Israele.
Il viaggio di un uomo di oggi alla ricerca e alla costruzione di una casa, metafora della ricerca di sé, si intreccia con la storia d'amore tra un ragazzo di campagna, il Pupo, e una ragazzina bionda (la Bimba) che abita a Tel Aviv. A farli incontrare ed innamorare è una comune passione: quella per i piccioni viaggiatori; gli animali addestrati per mandare importanti messaggi durante la Resistenza ebraica nella Palestina mandataria. I due adolescenti approfittano di ciò per scambiarsi biglietti d'amore. Quando va in guerra, il Pupo si porta sulle spalle la gabbia dei suoi amati piccioni; viene mortalmente ferito e si serve di un colombo viaggiatore per mandare alla sua innamorata l'ultimo messaggio. L'ultima lettera d'amore è l'essenza del romanzo.
L'Autore plasma i diversi caratteri con notevole efficacia psicologica, giocando tutte le tonalità del linguaggio, con un frasario attinto dalla vita di ogni giorno, sempre immediato, mai banale. Un registro espressivo spesso ironico, oppure improntato ad una sensualità che ti penetra nell'anima; a volte onirico, nel suo mescolare sogno e realtà, suonando note che disorientano ed ammaliano; a tratti amaro; perfino epico, nelle significative immagini con le quali racconta l'epopea della (ri)nascita di Israele. Un piccolo, grande capolavoro.
Chiara Grassi - 12/02/2019 16:32
Mara Marantonio - 20/03/2008 10:10