"Il segreto di Augusta" è una storia vera che parla dell'amore e del cessare dell'amore, che evoca la tenerezza e la passione, narrando il dolore, il rancore e il rimpianto. Un raccontare che comporta insieme adesione agli accadimenti e loro reinvenzione, attraverso discontinuità, frattura di voci dissonanti e un immaginario dall'andamento simile al sogno. È uno sguardo che vuol farsi strada verso l'indicibile soglia di una storia che apra i confini ad un narrare femminile, dove gli opposti assumono nuove configurazioni in cui siano presenti anche i rami interrotti, anche le vie abbandonate, capaci di riproporsi per una comprensione mai del tutto compiuta. Parole intrecciate per riavvolgere una vita, recuperando voci per acquistare voce. Matilde Morroni Mozzi e Maria Letizia Perri tessono nella trama di un romanzo biografico i segreti del sentimento, evocando voci del passato che giungono fino a noi. Il loro emergere è simile a un esporsi, affinché qualcosa alla fine si mostri, non come parte di ciò che è assente o incompleto, non come indugio di qualcosa che sta per svanire, ma come un aprirsi, un venire alla luce.