"Il Serenissimo borghese" è il racconto dell'ascesa dell'ultimo Doge, Lodovico Manin, e della sconfitta della Serenissima per mano di un giovanissimo e spregiudicato Napoleone Bonaparte attraverso le vicende del nobiluomo e della sua famiglia. Le residenze cittadine, quanto quelle di campagna, sono muti e affidabili testimoni di una società che lotta per mantenere i suoi privilegi, cercando disperatamente quanto inutilmente di non cambiare. Elisabetta, moglie di Lodovico e perciò chiamata la Dogaressa, emerge come il personaggio più complesso, più vero, in aperta antitesi e quasi in opposizione, a volte, con le sue crescenti e a tratti imbarazzanti crisi emotive, a una Venezia corrotta e persino vigliacca, ma certamente intenzionata a non perdere neppure un centimetro del terreno guadagnato nei secoli. È la storia di una vita lunga e per certi versi difficile pur nella levità dell'essere patrizi e di averne piena coscienza, ma anche di scelte obbligate e di altre, non meno forzose, ma più libere e mature, perché in fondo solo esse permettono all'uomo, prima che al politico, di riconciliarsi con se stesso e con la vita.