La vera storia degli ultimi giorni di vita a Palermo di Joe Petrosino si intreccia con quella immaginaria di un giovanissimo cameriere, impiegato nel bar-ristorante di piazza Marina dove il poliziotto italoamericano cenava abitualmente. La sera del 12 marzo 1909, il ragazzo assiste all'agguato di cui Petrosino è vittima. Da quel momento la sua esistenza cambia per sempre, e il suo animo è diviso tra la volontà di fare luce sul delitto, la paura di diventare una nuova vittima della "Mano Nera", l'ossessione che si trasforma in rabbia e l'aspirazione a diventare un tutore della legge. Le vicissitudini che segnano la vita del giovane scoprono inoltre uno spaccato sociale della Palermo dei primi del Novecento, tra degrado, fermento politico (si era in periodo di elezioni) e piccoli episodi, anche comici e grotteschi, di omertà quotidiana. Il tutto, per una narrazione magistrale che travalica le comuni categorizzazioni di genere sentimentale, storico, poliziesco.