"Mi sono chiesto che effetto avrebbe fatto scrivere dopo o mentre mi nutrivo di immagini, pitture o intere mostre. Mi domandavo come il contatto con un'altra forma d'arte influenzasse la formazione delle parole, figurandomi lo sviluppo di una farfalla nella pupa. Imago è la fase finale di questo processo, quando la farfalla è ormai pressoché pronta ad abbandonare il bozzolo. Questi 'incontri' sono stati casuali e il contatto con l'opera di questi autori influenza lo stile di un organismo totalmente nuovo e diverso, facilitando l'apertura di bocche nascoste del "vulcano". Questa esperienza mi ha portato a rivivere, ciò che di solito si immagina attraverso il racconto, in un aumento vertiginoso di tensione espositiva. Tutto ciò stimola le corde di una più vasta immaginazione, che comprende la memoria e il presente, con tutto ciò che avviene attorno a me, nei luoghi in cui scrivo. Dispongo l'animo a captare come un radar quanto mi colpisce, e lo impasto seduta stante in un organismo nuovo, eterogeneo, un'armatura di 'caos imbrigliato'. Il risultato è 'Imago'." (Chris Mara)