Quasi commosso dal patetico appello dello sposo, suo vecchio compagno di liceo, Jim Malloy fa ritorno a Gibbsville per quella che sembra essere la «notizia dell'anno». Imbottita di tranquillanti e ancora innamorata di un altro uomo, la bella e libertina Bobbie Hammersmith ha deciso di rovinarsi la vita sposando il più anonimo della vecchia combriccola: Pete McCrea è vergine, ossessionato da un insopprimibile complesso di inferiorità e come si scoprirà molto presto fedifrago e imperdonabilmente molesto con le altre donne. Niente paura, però: in un ambiente dove lo status sociale è forse l'unico vero collante l'ombra lunga della crisi finanziaria minaccia la tenuta economica della coppia. Con il suo insostituibile talento per il dialogo e le voci vive della propria contemporaneità, attraverso lo sguardo del suo spietato alter-ego, in questo secondo episodio della trilogia Prediche e acqua minerale John O'Hara ci regala forse il più disincantato ritratto del matrimonio americano e non. Un resoconto il cui realismo verrà scambiato da molti per la quintessenza del cinismo, ma che obbligherà chiunque a mettere in questione le proprie convinzioni su cosa significhi davvero far funzionare una relazione duratura. Con una certa compiacenza l'autore ci anticipa persino quel «lieto fine» a cui tutti aspiriamo. Ma è più che altro un invito: a chiederci quale sia e quale avrebbe dovuto essere il miglior scioglimento possibile; a sottoporre quell'idea un po' fantasiosa alla prova dei fatti e ai colpi della vita.