«C'è stato un momento in cui credevo che non sarei sopravvissuta, e quel momento ha cambiato tutto. Ho deciso di raccontare la mia storia perché questi mesi insieme a chi mi seguiva mi hanno insegnato che la nostra esperienza può essere d'aiuto alle altre persone, può impedire loro di commettere gli stessi sbagli, di riconoscerli in tempo, di fermarsi un attimo prima che diventi tutto impossibile da fermare. È un confine sottile, credetemi, e lo si riconosce solo dopo averlo oltrepassato.»
La storia di Maya comincia come quella di tante ragazze: ha una famiglia che le vuole bene, le piace sognare e ama pubblicare sui social i balletti con le amiche. Ma la scuola non le piace proprio, e alle difficoltà con i professori si uniscono le prime insicurezze.
Maya trova un rifugio sicuro nella sua grande passione, il pattinaggio. Fino a quando qualcosa incrina il suo equilibrio, e quella che all'inizio sembrava solo una maggiore attenzione al cibo, diventa in poco tempo una pericolosa ossessione. Ogni pasto, ogni allenamento, ogni sguardo allo specchio si trasformano in un test di resistenza. Il suo corpo, che un tempo le permetteva di volare sul ghiaccio, inizia a tradirla. La madre cerca disperatamente di aiutarla, ma la vera sfida è riuscire a superare quel muro che la malattia ha costruito tra loro. E mentre il fisico cede lentamente, la mente di Maya si ribella, convinta di poter sfidare tutti, persino il suo stesso cuore che, a causa delle sue restrizioni, sta cedendo lentamente. Purtroppo però è solo l'inizio di una lunga discesa nel baratro dell'anoressia, che la porterà a pesare ventiquattro chili e a essere ricoverata in terapia intensiva.
Oggi Maya grazie all'aiuto della madre e della famiglia, è riuscita a ritrovare la forza per rialzarsi, raccontare la sua storia e imparare ad amarsi.