"C'è un Prima e c'è un Dopo a dividere certi momeni. A separarli c'è una linea di demarcazione netta, precisa. Prima, tutto era tranquillo. Era stata Gianna a scuotermini senza troppi complimenti. «Il terremoto...»" Inizia così il racconto di Marco Motta, che la notte del 24 agosto 2016 fu chiamato in aiuto delle popolazioni colpite da un sisma devastante. Quella notte, come molte volte prima di allora, Marco non era solo. Insieme a lui, compagno fedele e instancabile soccorritore, c'era Spike, il border collie con il quale aveva imparato a salvare vite. Nello scenario tragico di Pescara del Tronto, Marco e Spike incontrano subito i vigili del fuoco, già al lavoro fra le macerie. I pochi abitanti ancora lucidi riescono a collaborare, indirizzando i soccorritori verso le case dove sicuramente ci sono persone e a quel punto è il cane ad avventurarsi sul suolo pericolante per segnalare con il suo abbaio caratteristico la presenza di esseri umani. Vivi o morti. La memoria del terremoto è ancora fresca, e il racconto di Marco ci avvicina a quella notte d'inferno con il coraggio e la speranza di chi ci ha lavorato, con la pietas e il dolore di chi ha anche visto la gente morire, e con la gioia di aver riportato alla luce i vivi. Per capire come è arrivato fin lì, Marco ripercorre i suoi primi passi da soccorritore, gli ideali che lo hanno ispirato e le esperienze in Croce Rossa, fino all'incontro con il cane straordinario che lo ha accompagnato proprio in quei giorni.