L'autore di questa raccolta di racconti brevi si conosce e si accetta descrivendo la vita di oltre una sessantina di personaggi immaginari, maschili e femminili, i quali divengono lui medesimo, suoi autoritratti. Egli ha compreso che in ognuno di noi non alberga un solo individuo, ma infiniti, quanti sono gli esseri umani che popolano il nostro pianeta, dei quali, all'occorrenza, indossiamo, teatralmente, questo o quel volto. Noi siamo uno, siamo tanti e, allo stesso tempo, come direbbe Pirandello, iperbolicamente risultiamo: un Nessuno. Così interviene l'incanto della narrazione al fine di esorcizzare la tragicità e la paradossalità di una condizione umana allorquando si comprende che, in attesa della morte, è un immane vortice di Nulla che ci abita e ci circonda.