Dalle Alpi alle isole, l'Italia concentra molti millenni di stratificazioni archeologiche, accumulate nel tempo da popoli originari di ogni angolo del bacino del Mediterraneo, del Medio Oriente, dell'Europa centrale. Dal VII millennio a.C. al I d.C., le principali creazioni umane nella penisola sono rimaste in buona parte visibili, e di certo molte sono ancora da scoprire. Tanta varietà è in parte spiegata dalla leggendaria fertilità della penisola, che di volta in volta ha attratto su questo suolo nomadi del mare dai nomi perduti, costruttori di fortezze e monumenti megalitici, mercanti come i Fenici, popoli seducenti e colti come gli Etruschi, e poi i Celti, i Greci, i Cartaginesi. E tutti hanno lasciato un'impronta lungo le coste e sulle acropoli, nelle pianure e nelle valli, inscrivendo nelle loro fondazioni i modi e i tempi delle proprie vite, le loro credenze, i mestieri, l'arte della guerra e quella della pace. E se l'archeologia "con i piedi per terra" ha il pregio di calare il visitatore nel cuore di siti come quelli romani, magnogreci o nuragici, con lo svantaggio di portarlo in mezzo a rovine più o meno leggibili, dal cielo lo scenario cambia: in volo i campi trincerati sembrano riprendere vita, le città riacquistano la dimensione della loro grandezza, terme e teatri sembrano di nuovo pronti ad accogliere il pubblico.