I colori e le rappresentazioni cromatiche permettono di comprendere le mappe dell'immaginario e le passioni della politica. Negli anni della Repubblica si andò componendo un ricco repertorio di colori e immagini, inteso a condensare e contrapporre identità e appartenenze politiche, storie collettive e memorie pubbliche. Fu uno scenario simbolico rimasto sostanzialmente invariato fino alla crisi di fine Novecento, con l'incerto emergere di nuovi simboli cromatici. I diversi linguaggi cromatici (scritto, orale, metaforico, iconografico) disvelano l'impianto territoriale delle culture politiche, il conflitto tra le generazioni, l'emergere e l'affermazione di una soggettività femminile. I nuovi media concorsero a "mettere in scena" simboli e miti colorati, rimbalzando l'eco di massa di liturgie festive e riti civili, campagne elettorali e mobilitazioni propagandistiche, costumi e stili di vita dettati dalla rivoluzione dei consumi. In una complessa correlazione tra i colori nazionali e i simboli partitici, coppie di colori si alternano e si intrecciano nel delineare storie individuali e di gruppo (rossi e neri, bianchi e rossi, rossi e azzurri), le quali rendono suggestiva la storia delle emozioni e delle passioni politiche nel tempo presente.