Apparso in Francia nel 1952 (a trent'anni dalla morte dell'autore), grazie al ritrovamento del manoscritto, Jean Santeuil è il primo romanzo, rimasto incompiuto, del più grande narratore del Novecento: Marcel Proust. Scritto a partire dal 1895, è stato considerato, a parere della critica, il miglior documento per comprendere le ragioni primordiali di quella che diventerà poi l'opera per eccellenza: Alla ricerca del tempo perduto. Ma Jean Santeuil è anche un romanzo autonomo - disseminato di elementi autobiografici che molto ci fanno scoprire della vita del giovane Marcel -, con tutte le qualità che attribuiamo ai libri di uno scrittore di grande talento: stile unico e inconfondibile; capacità di costruzione; visione del mondo. Dopo la traduzione di Franco Fortini, in Italia il romanzo è stato colpevolmente dimenticato. Ora, finalmente, grazie a questa nuova traduzione, firmata da Salvatore Santarelli, possiamo tornare a leggere una delle opere più originali della storia del romanzo moderno. Da Proust, dalla lettura di ogni sua pagina, non si può prescindere. Egli è uno di quei rarissimi scrittori capaci di modificare la nostra stessa sensibilità.