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Nel giugno del 1924 Kafka si sta spegnendo in un sanatorio, assistito da un amico fidato e dalla compagna Dora. Due anni prima, in un racconto dal valore testamentario di cui sta correggendo le bozze per la pubblicazione, aveva messo in scena un altro decesso per inedia, quello di una figura del tutto straordinaria ed estranea a ogni convenzione: il digiunatore. Cosa spinse lo scrittore praghese ad avvicinarsi a una figura curiosa qual è quella del digiunatore di professione, che si esibiva nelle fiere e nei circhi accanto a uomini-scheletro, donne cannone e altre improbabili attrazioni? È la domanda a cui questo libro tenta di dare una risposta, presentando in una nuova traduzione il racconto che Kafka dedicò alla figura del digiunatore e inquadrandolo, attraverso un ritratto narrativo e un saggio critico, nella passione che egli nutriva per il mondo dello spettacolo.