Dialogo con Antonio Carnevale Prefazione di Ilvo Diamanti Un viaggio alla scoperta di un'Italia di eccellenza e tradizioni Sarebbe un errore pensare ai beni culturali soltanto in termini di oggetti d'arte. Beni culturali non sono solo la pittura, la scultura e l'architettura che secoli di storia ci hanno lasciato in eredità e che si aggiungono alle creazioni di artisti del presente. Esiste un altro patrimonio, meno conosciuto e meno valorizzato, che merita questa definizione, ed è il lavoro manuale dell'uomo: quell'insieme di attività che ha trasformato il territorio in frutti dell'agricoltura e in risultati dell'allevamento; che ha fatto rivivere i materiali in prodotti dell'artigianato; che ha saputo coniugare la tradizione con l'innovazione, attraverso i secoli, fino a oggi. L'Italia è anche questo. E forse l'Italia dei beni culturali è oggi soprattutto questo, visto che il nostro Paese ha ceduto il primato della creatività artistica ormai da qualche secolo, mentre le tradizioni dell'"Italia fatta a mano" hanno saputo rivivere attraverso le generazioni, assegnando al nostro Paese una reputazione planetaria legata al saper fare, alla qualità dei prodotti, alla loro unicità e rarità. È di questi beni culturali che si parla in questo libro. E sono beni culturali "viventi" perché l'accento in queste pagine cade sempre sull'uomo: non soltanto sul suo lavoro, ma anche sul modo in cui, nelle storie di persone diverse, il mestiere, la vita, i luoghi, la memoria e un'idea personale di futuro si sono legati e hanno dato un significato nuovo alle parole "tradizione", "innovazione", "qualità". Antonio Carnevale