Con un titolo bizzarro, se non addirittura ossimorico, "L'algebra del godimento" intende rendere la contraddizione del nostro tempo: condannati a godere. Il protagonista è un ragazzo dell'estrema periferia romana, "condannato" ad affannarsi fra droga, sesso e comportamenti estremi. È un ragazzo come tanti, senza un nome particolare, senza una passione particolare, figlio unico di una coppia separata. Il libro racconta gli ultimi mesi di vita del protagonista che, rinchiuso in un letto d'ospedale, ripercorre in una sorta di diario testamentario gli eventi finali che lo hanno condotto sin lì. A scardinare la ferrea meccanica del godimento sarà un evento imprevisto e drammatico, la morte, che porterà il protagonista a scoprire la dimensione più autentica del proprio io: le emozioni.