Arrivato in Italia come un alieno - una "cosa da un altro mondo", per riprendere il titolo di un celebre film di Howard Hawks - Mourinho è stato passivamente idolatrato o ferocemente detestato, quasi per nulla capito. Questo libro mette a fuoco l'unicità della sua figura attraverso una serie di zoomate su aspetti poco noti o poco studiati. In primo luogo, le affinità con due ungheresi del secolo scorso, diversamente esperti nell'"arte della fuga": il "mago" Harry Houdini (virtuoso delle manette e HH prima di Helenio Herrera) e il "viandante" Béla Guttmann, il tecnico vincitore di due Coppe dei Campioni col Benfica e idolo del Portogallo quando José è bambino. Poi, le innovative metodiche di training, che fondono le più sofisticate "armi della persuasione" della psicologia sociale con le acquisizioni delle neuroscienze per la tutela del sistema nervoso e l'allenamento dei processi decisionali. E ancora velata dalle geniali e istrioniche diversioni mediatiche - la non comune capacità di scavare in chi lo circonda e in se stesso: per esempio - nel caso del transito interista - nella paura e nella nostalgia che paralizzavano un intero ambiente e un'intera tifoseria e nel proprio bisogno compulsivo di cambiamento e di vittoria. Alla fine del percorso, si vedrà perché l'unicità di Mourinho coincide con la sua solitudine, una solitudine insieme cercata e inevitabile. Presentazione di Arrigo Sacchi. Postfazione di Irvine Welsh