L'Aquila e la Spada. Parte II - La spada di Macsen. Magno Massimo si insedia come Governatore della Britannia, ma l'Isola dei Potenti - come i Celti di quei luoghi amavano chiamarla - gli riserverà molte sorprese: dall'incontro con la nobile e bellissima Principessa Elain alla premonizione d'un destino eroico ed impensato, da strani e sconvolgenti sogni al riapparire di crudeli riti ancestrali, dal contatto con deità oscure e malvagie fino alla metamorfosi di un antico e dimenticato simulacro imperiale in una lama fatata e micidiale che verrà tramandata dai bardi come la Spada di Macsen; un'arma destinata - questo narreranno successivamente gli storiografi - ad essere impugnata nel futuro da un Re leggendario, che sarà amato e rimpianto come nessuno. Grazie ad essa, Magno Massimo avvertirà la minaccia di una massiccia ed imminente invasione dei barbari del Nord: i brutali e feroci Pitti. Perciò, investito dell'autorità antica e unificatrice di Wledig (la Guida) dalle rissose genti britanne (che da allora lo chiameranno Macsen Wledig), preparerà un'operazione militare di "difesa preventiva" verso una delle più grandi costruzioni difensive mai erette dall'Uomo: il Vallo di Adriano.