«Ora son vecchio e prima ero bambino cosa che cambia e non è mai la stessa col mare che ha il colore dell'oblio nell'accecante buio del sole».
Con L'ora del blu, Eugenio Scalfari affronta per la prima volta la misura del verso. Uomo dalla razionalità rigorosa, porta per mano il lettore dentro il proprio passato e i propri sentimenti, alla ricerca di un senso profondo dell'esistenza. Alla soglia dei novantacinque anni, l'autore avverte la paura dell'inafferrabile e dell'incerto. E allora incastona sulla pagina versi intensi dove il tempo che passa è dolcezza e tormento. Servendosi di immagini che spaziano dal mito a un tangibile realismo - immagini che rimandano soprattutto all'ultima stagione della vita -, Eugenio Scalfari affida al lettore, con sincerità disarmante, le proprie fragilità e i propri timori. Il suo sguardo, che sintetizza quello puro dell'infante e quello disilluso dell'uomo maturo, regala un'atmosfera di crepuscolare malinconia.