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L'incredibile storia del campione che sopravvisse ad Auschwitz. Come ho fatto a sopravvivere? si chiede Alojzy "Alex" Ehrlich fissando la sua vecchia macchina da scrivere. È il primo gennaio 1991, giorno del suo settantaseiesimo compleanno. Ne sono passati quarantasei da quando lui, ebreo, vicecampione mondiale di tennistavolo, è uscito dall'inferno di Auschwitz ed è scampato alla marcia della morte. Sa che gli resta poco da vivere, è giunto il momento di raccontare. La militanza nella resistenza, l'arresto nel giugno 1944, le torture, il viaggio nel vagone blindato, il campo di concentramento. Non è un prigioniero come gli altri. I capi nazisti sanno che è un campione sportivo e lo assegnano a un kommando con un compito speciale: disinnescare bombe inesplose. E mentre rivive l'inferno del lager, la sua memoria va all'infanzia trascorsa a Leopoli, all'amore che ha attraversato tutta la sua esistenza, ai tradimenti, alle bugie, arrivando a riflettere sulla relazione vittima-carnefice con un noto ufficiale delle SS che sembrava metterlo sadicamente alla prova. In questo romanzo, ispirato al memoriale inedito di Ehrlich, Enrico Pedemonte ripercorre la vita del campione, dai primi anni in Polonia fino al 1945, quando svenne, stremato, su un treno che lo stava riportando in Francia. L'ultima partita racconta l'Olocausto - e molto altro - dal punto di vista di un eroe involontario, e traccia il ritratto a tutto tondo di un uomo pieno di contraddizioni, rimorsi, ambiguità e un'inesauribile voglia di vivere. Una vicenda eccezionale ed emblematica che mostra al lettore come siano le storie a fare la Storia.