Nel romanzo, ambientato in un piccolo paese sulla costa adriatica, pochi mesi prima della caduta della repubblica di Venezia, sono presenti gli elementi tipici delle opere di Beatrice Speraz (nota anche con lo pseudonimo di Bruno Sperani): una forte critica sociale e una precisa analisi della relazione uomo-donna subordinata ai pregiudizi e alle consuetudini dell'epoca.
Erano i primi giorni di giugno del 1796. In un piccolo paese rannicchiato sulla riva orientale dell'Adriatico, dove il rumore dei grandi avvenimenti suscitava di tratto in tratto una paurosa ripercussione, esisteva in mezzo a circa un migliaio d'idioti una eletta d'uomini intelligenti che a quegli avvenimenti rivolgevano continuamente il pensiero e ne formavano il tema inesauribile di ragionamenti, di discussioni, di contrasti. Questa minima parte della popolazione, quest' "alta società" in miniatura si riuniva quasi tutti i giorni in casa della contessa Anna Maria Castellani, la più grande e la più ricca tra le cinque o sei case signorili del borgo, battezzato superbamente col nome di città