La Signora delle Vigne è un poemetto modellato sui temi dell'innologia bizantina e del canto popolare: in un tripudio di analogie, metafore, similitudini, Ritsos crea un fiume di immagini e sensazioni che tracciano i contorni di un paesaggio poetico straordinariamente vivo. La Grecia è la misteriosa Signora del titolo, sensuale e sacra, contadina e guerriera, Demetra e Afrodite, Madonna e Dioniso al femminile. La natura mediterranea palpita abbagliante, primigenia, ed è a un tempo una fluida presenza pervasiva che tutto abbraccia. Medesima è l'ispirazione poetica di Grecità (messo in musica da Mikis Theodorakis nel 1966), un popolarissimo commosso omaggio al popolo greco. Sulle macerie di un mondo distrutto dalla guerra, il poeta sembra interrogarsi: qual è la radice profonda dell'essere greco? E risponde: la lotta di resistenza, ieri e oggi. In Grecia la libertà non è un ideale astratto, ma un'urgenza insopprimibile incisa nella storia e nelle pieghe del paesaggio riarso dal sole, perché qui la natura stessa, personificata, non sopporta i confini asfittici della schiavitù.