Lo scienziato Giovanni De Maria sfoglia il libro della sua vita nel solco della vecchia e nuova epopea lunare. La sua è una storia di passioni, incontri, scoperte e ricordi personali che parte dalla terra di nascita, la Basilicata, e si snoda tra Roma e gli USA dove il professore italiano opera nell'ambiente di miti come Enrico Fermi, Chandrasekhar e Mark Inghram. La NASA, in piena Guerra Fredda, gli affida alcuni pezzi di rocce lunari portati sulla Terra dalle Missioni Apollo. Il suo "folle" progetto di polverizzarli per studiare la composizione della nebulosa primordiale viene approvato dall'Agenzia spaziale statunitense. L'analisi del materiale inviatogli da Houston gli suggerisce la possibilità di estrarre ossigeno dai reperti prelevati dagli astronauti. Ci riesce, mettendo a frutto la sua formazione a Chicago nel celebre dipartimento universitario di numerosi Premi Nobel, dimostrando che la colonizzazione umana del satellite è possibile. I sovietici gli fanno la corte, ma De Maria non tradisce gli americani. L'obiettivo, oggi, è una base permanente sulla Luna e De Maria, docente emerito di Chimica Fisica, è di nuovo d'attualità. Nonostante l'età avanzata, è tornato nella sua università, a Roma, per spiegare che il mondo va verso un'altra enorme sfida che mette alla prova il meglio delle energie e delle capacità umane. Il professore della Sapienza ha dimostrato, con largo anticipo, che sulla Luna ci sono l'ossigeno e l'acqua per sopravvivere. Proprio ciò che afferma chi, ora, sta programmando l'insediamento stabile sul satellite della Terra. La Luna respira attraverso il suo suolo. E soprattutto può consentire agli uomini di respirare. Prefazione di Mario Cospito.