Il volume è scritto in forma saggistica. L'impianto storico-cronologico, sostenuto da una costante attenzione al contesto storico e all'evoluzione di alcuni temi, è corredato da puntuali analisi stilistiche. Il primo capitolo è per Lamartine, il suo orientamento metafisico con Hugo e il suo confluire nella poetica della modernità di Baudelaire, a cui è dedicato il secondo capitolo. Segue quindi la grande avventura di una parola poetica che lancia la sua sfida all'inconscio, al sublime e all'irrazionale con Verlaine, Rimbaud e Mallarmé. Un quarto capitolo indaga gli esiti della poesia francese simbolista e decadente, fino alle invenzioni di una nuova espressione lirica di cui recano testimonianza le opere di Péguy, di Claudel e di Apollinaire: poeti di confine tra ispirazione romantica e fascinazione per la nascente modernità. Il filo rosso è la convinzione che non è possibile comprendere i linguaggi letterari, cinematografici e pittorici del Novecento senza conoscere le dinamiche che hanno governato, durante tutto l'Ottocento francese, la ricerca di una nuova lingua poetica suscettibile di dare espressione a tutto ciò che la tradizione poetica occidentale aveva relegato nell'ignoto.