È stato scritto che gli Stati Uniti d'America, nati da un progetto politico e filosofico basato su ideali di libertà, democrazia e uguaglianza più che da una tradizione culturale o etnica comune, siano l'unica nazione ideologica al mondo, la "patria dei coraggiosi" e la "terra dei liberi", unica e "indivisibile sotto Dio", dove giustizia e libertà sono sempre a disposizione di tutti. Insieme a un mucchio di armi da fuoco e la possibilità di procurarsele e usarle indiscriminatamente. Questa raccolta di saggi di Richard Hofstadter, tra i massimi storici americani del Ventesimo secolo, raccoglie alcuni tra i suoi scritti più belli sul rapporto ambiguo che la patria di George Washington ha avuto fin dalle origini con pistole e fucili. Hofstadter indaga tale relazione con profondità e rigore, oltre che con la celebre scrittura raffinata e tagliente che gli valse il premio Pulitzer. Introdotto da un saggio in cui Emanuele Bevilacqua mostra come l'immaginario americano sia intriso della violenza delle armi da fuoco, gli scritti di Richard Hofstadter, di inquietante attualità, suonano ancora oggi come un monito che ci ricorda come in America il confine tra giustizia e caos sia spesso sottile come la canna di un fucile.