Già tre volte nella sua storia il Nikan ha dovuto combattere per sopravvivere alle sanguinarie Guerre dei papaveri. Il terzo conflitto si è appena spento, ma Rin, guerriera e sciamana, non può dimenticare le atrocità che ha dovuto commettere per salvare il suo popolo. E ora sta scappando, nel tentativo di sfuggire alla dipendenza dall'oppio e agli ordini omicidi della spietata Fenice, la divinità che le ha donato i suoi straordinari poteri. Solo un desiderio la spinge a vivere: non vuole morire prima di essersi vendicata dell'Imperatrice, che ha tradito la sua patria vendendola ai nemici. E l'unico modo per farlo è allearsi con il signore di Lóng, discendente dell'ultimo Imperatore Drago, che vuole conquistare il Nikan, deporre l'Imperatrice e instaurare una repubblica. Né l'Imperatrice, né il signore di Lóng, però, sono ciò che sembrano. E più Rin va avanti, più si rende conto che per amore del Nikan dovrà usare ancora una volta il potere letale della Fenice. Non c'è niente che Rin non sia disposta a sacrificare per salvare il suo paese, e ottenere la sua vendetta. Così si getta di nuovo nella lotta. Perché in fondo lottare è ciò che sa fare meglio.
La Repubblica del Drago è il classico secondo volume di una trilogia in cui la protagonista si ritrova privata di ciò che aveva faticosamente acquisito nel primo libro e deve per questo reinventarsi su un nuovo terreno di gioco, con nuove carte e con regole ancora tutte da scoprire, ammesso e non concesso che ce ne siano.
Rispetto a La guerra dei papaveri, questo libro soffre di qualche problema di ritmo, soprattutto verso la parte centrale più lenta, ma non risulta mai noioso o ripetitivo. Tira il freno a mani rispetto al primo libro che era forse fin troppo carico di eventi e non permetteva a lettore di rifiatare quasi mai.
Rin rimane una protagonisti ottima ed è sempre più chiaro come la sua storia si allontani da quella che dovrebbe essere la costruzione classica di un eroe. Era una ragazzina arrabbiata, spinta dalla rabbia e dalla vendetta, orgogliosa del suo potere e desiderosa di bruciare qualsiasi ostacolo sul suo cammino e tale rimane. Si porta dietro anche tutti i suoi difetti come lingenuità e limpulsività e non sembra in alcun modo intenzionata a migliorarsi, anzi, continua la sua personale discesa nel baratro sul fondo del quale sembra aspettarla solo la distribuzione del mondo. E va bene così perché in fondo siamo qui per questo.
La repubblica del drago
Greta Hamad - 30/05/2021 20:49
4/
5
Ringrazio Oscarvault per il reclutamento.
La Repubblica del Drago è il classico secondo volume di una trilogia in cui la protagonista si ritrova privata di ciò che aveva faticosamente acquisito nel primo libro e deve per questo reinventarsi su un nuovo terreno di gioco, con nuove carte e con regole ancora tutte da scoprire, ammesso e non concesso che ce ne siano.
Rispetto a La guerra dei papaveri, questo libro soffre di qualche problema di ritmo, soprattutto verso la parte centrale più lenta, ma non risulta mai noioso o ripetitivo. Tira il freno a mani rispetto al primo libro che era forse fin troppo carico di eventi e non permetteva a lettore di rifiatare quasi mai.
Rin rimane una protagonisti ottima ed è sempre più chiaro come la sua storia si allontani da quella che dovrebbe essere la costruzione classica di un eroe. Era una ragazzina arrabbiata, spinta dalla rabbia e dalla vendetta, orgogliosa del suo potere e desiderosa di bruciare qualsiasi ostacolo sul suo cammino e tale rimane. Si porta dietro anche tutti i suoi difetti come lingenuità e limpulsività e non sembra in alcun modo intenzionata a migliorarsi, anzi, continua la sua personale discesa nel baratro sul fondo del quale sembra aspettarla solo la distribuzione del mondo. E va bene così perché in fondo siamo qui per questo.
La repubblica del drago
Fabiana Tirindelli - 25/05/2021 16:40
4/
5
***attenzione, contiene spoiler per il primo libro della serie***
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Rin non è più la stessa.
I giorni dell'Accademia a Sinegard sono lontani, gli insegnamenti di Jiang sempre più labili, consumati dall'odio e dal desiderio di vendetta. La Fenice preme sulla sua psiche perché si abbandoni alla distruzione, mentre lei tenta di fuggire dal rimorso delle sue azioni. Privata della guida del suo maestro prima e del suo comandante poi, Rin cerca di trovare un posto nella nuova scena politica che si apre alla fine della Terza Guerra dei Papaveri, alleandosi con il Signore della Guerra Yin nella sua ribellione contro l'Imperatrice Daji nel tentativo di instaurare una Repubblica. Le forze sulla scacchiera si moltiplicano, e ognuna vuole qualcosa dall'ultima speerliana.
R.F. Kuang non si risparmia, e non ci risparmia.
Ne La Repubblica del Drago, l'arazzo intessuto ne La Guerra dei Papaveri si fa ancora più complesso, la guerra civile infiamma dalle braci dell'ultimo scontro con la Federazione mugeniana e rischia di ridurre in cenere quello che resta dell'Impero di Nikan. Vediamo le fratture che si allargano, vecchi e nuovi nemici - o alleati? si affacciano alla scena e si contendono le spoglie dell'Impero. Xenofobia, colorismo e odio razziale rialzano la loro brutta testa.
Rin è l'emblema di questo tumulto. Orfana della Seconda Guerra dei Papaveri, erede di un popolo che non conosce e di un potere che non controlla, precipita da una dipendenza all'altra, in bilico tra il desiderio di libertà e la necessità di appartenere a qualcosa.
In questo calderone di politica, storia, azione, mitologia e fantasy, quello che emerge con forza sono i personaggi: ricchi, complessi, terribilmente imperfetti e in ultima analisi completamente umani. Sono loro a far volare le pagine, aumentare i battiti e costringerci il cuore, trafitto dalla lancia che può far cadere un Impero.
Ringrazio Oscar Vault Mondadori per la copia anticipata di questo libro in cambio di una recensione onesta. Quella che ho espresso è la mia sincera valutazione dell'opera.
Greta Hamad - 30/05/2021 20:49
Greta Hamad - 30/05/2021 20:49
Fabiana Tirindelli - 25/05/2021 16:40