"Giuseppe Capuzzi appartiene alla schiera dei patrioti che consideravano la scrittura uno strumento della lotta politica". La spedizione di Garibaldi in Sicilia esprime l'urgenza di fare memoria di quanto egli sta vivendo come uno dei Mille. "Comincia a scrivere il suo resoconto con la consapevolezza di chi è testimone partecipe di un'impresa che si fa Storia, non scrive per sé, ma per un pubblico che da più parti d'Italia attende di sapere. Il suo non è il testo di un inviato di guerra, ma di un patriota di formazione romantica mosso da una sincera curiosità verso questo multiforme popolo italiano, siano i garibaldini dei Mille, provenienti da ogni dove e spesso con una solida formazione culturale, o gli analfabeti contadini siciliani". (dalla Prefazione di Sergio Onger)