È raro trovare l'allineamento perfetto tra pensieri e parole. Quando si tratta della sfera emotiva, accade di sentirsi impotenti e incapaci. I campi semantici si svuotano, la mente si annebbia, la voce ammutolisce. La poesia può essere un tentativo di dare espressione ai nostri chiaroscuri interiori: il simbolismo, l'analogia, la metafora aiutano, talvolta, ad entrare nel silenzio dell'anima e a generare figure di senso, in una soggettività esasperata, estrema. E forse dalla concavità apparentemente immobile della coscienza pian piano emergono le parole introvabili che aiutano a scolpire paesaggi, volti, dolori, sogni. Parole che danno forma alle cose impossibili e a quelle lasciate in disparte per pudore, indolenza, inconsapevolezza. Frammenti di tempo sospeso disegnano contorni: si schiudono sogni, si percorrono sentieri inesplorati. Nel silenzio si può trovare morbida protezione, l'abbraccio invisibile del nostro io sconosciuto. Nel silenzio si parte e si torna, per continuare a fluire in una felice malinconia.