"Le stagioni che viviamo sulla Terra non segnano il nostro volto, non deformano la nostra schiena, non imbiancano il nostro pelo. Non cambiamo o cambiamo sempre: non abbiamo rimpianti, siamo sempre nel flusso, nel momento dell'eterno presente. Finché c'è." Quello di Maria Cristina Garofalo è un linguaggio delicato e apparentemente semplice ma che, a tratti, diviene quasi criptico, come se chi racconta si rivolgesse a degli iniziati, a persone che devono entrare in sintonia con ciò che scorre, grazie alle parole della narratrice, davanti agli occhi della fantasia. E quello che scorre è Natura allo stato puro, è essenza delle cose, è spirito. È la magia dei Monti Sibillini vissuta attraverso gli occhi di chi la osserva con un cuore selvaggio, e la sa ascoltare in tutte le sue infinite sfumature. Un romanzo che prosegue l'avventura di Merlino iniziata con La notte della polvere e che restituisce a Le terre di cristallo, ferite dal terremoto, l'incanto di una bellezza da custodire e salvaguardare: il sisma diviene esso stesso parte della Natura, fenomeno ineluttabile e destinato a riproporsi ma anche, necessariamente, ogni volta superabile...