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Le Lettere di Allen Ginsberg non sono soltanto un documento prezioso per comprendere in modo più preciso il suo percorso, le sue opere, la storia della Beat Generation, della controcultura e della poesia americana del Novecento. Sono un ritratto della sua incredibile capacità di intessere rapporti significativi con le persone dalle provenienze più disparate: una vera e propria biografia raccontata dalle relazioni con gli altri. Attraverso le oltre 160 lettere raccolte e selezionate da Bill Morgan possiamo infatti ripercorrere tutte le fasi dell'esistenza di Ginsberg. Gli anni quaranta, quando, da giovane matricola della Columbia University, tempestava i direttori di giornali nazionali per discutere le politiche statunitensi durante la Seconda guerra mondiale. Gli anni cinquanta, in cui alternava le riflessioni sulla scrittura alla preoccupazione su come guadagnarsi da vivere. Gli anni sessanta e settanta, frenetico periodo di pubblicazioni e viaggi, di ricerca spirituale e battaglie civili, come quella contro la guerra in Vietnam. Infine, i carteggi degli anni ottanta, spesi tra l'insegnamento al Naropa Institute, le conferenze e i reading in tutto il mondo, e dell'ultimo periodo di vita, illuminato dai ricordi. Ogni cosa, dagli interrogativi personali ai progetti letterari, dalle questioni familiari alle opinioni su politica e società, è stata da Ginsberg fermata sulla carta e consegnata ad amici e amanti, semplici conoscenti e figure di pubblica rilevanza: da Jack Kerouac a William Burroughs, da Lawrence Ferlinghetti a Bob Dylan, fino a politici del calibro di Dwight Eisenhower e Bill Clinton. Lettere appassionate di amore e lotta, folli e lucide insieme, attraverso le quali Ginsberg mostra tutta la sua umanità: un epistolario che ci permette di entrare come mai prima in una delle «migliori menti» della letteratura contemporanea.