Le Lettere a un giovane poeta non sono un breviario: guai a considerarlo tale, come invece numerosi avventori della prima ora avrebbero preferito fare; non sono nemmeno una mappa incisa di segnali oscuri ancorché studiatamente leggibili. Queste lettere sono scritte da un giovane uomo che cerca di rifuggire il vaticinio cui il suo interlocutore sembra volerlo destinare, che non ha consigli se non quello di restare legati "alle piccole cose che le persone faticano a vedere e che tutto a un tratto possono divenire grandi e incommensurabili". Nutrire "amore per ciò che è inappariscente": questo l'approdo, infine, per chi sente nell'arte la dismisura, l'impossibilità di adempimento, e che tuttavia non può che risolversi nel tentativo supremo di toccare la forma e farla sua, ora e sempre.