Si tratta della raccolta di lettere che Ginzburg inviò dal confino di Pizzoli, in Abruzzo, a vari protagonisti della scena culturale ed editoriale italiana, continuando così a svolgere il suo "mestiere" editoriale, con consigli, traduzioni e critiche. Il carteggio dà conto di molti aspetti del Ginzburg "suscitatore di cultura", ma anche dell'uomo. Innanzitutto l'antifascismo intransigente vissuto come fatto morale e valore culturale prima che politico; l'amicizia che lo legò a Benedetto Croce, a Santorre Debenedetti, a Bobbio. Molte lettere segnalano il rapporto vivace che ebbe con il mondo dei libri e dell'editoria, in particolare il suo ruolo nella fondazione e nella direzione della casa editrice Einaudi tra il 1933 e il 1944, nonostante il confino.