In un piccolo paese della provincia abruzzese, nel 1949, Gabriellina trova la propria identità di giovane donna e madre vivendo le complesse relazioni con i genitori problematici, il promesso sposo Luigi e le rozze profferte amorose del pretendente Matteuccio. Mentre il furto di un gioiello prezioso e i tormenti personali del maresciallo dei Carabinieri agitano il paese, Gabriellina rafforza le proprie scelte di vita, finendo per rendersi indirettamente responsabile della tragica morte di Matteuccio.
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L'essenza dell'Abruzzo è declinata in questa novella nei suoi peculiari aspetti culturali.
Lo sguardo attento e compiaciuto di Valerio Di Stefano ci accompagna attraverso le viuzze di un paesino dove la vita scorre ancora lenta, tra i profumi e i sapori di una terra "forte e gentile" come i suoi abitanti.
"Lo schiaffatone" si differenzia completamente dalle precedenti narrazioni, mantenendo però il solito marchio di fabbrica: un'ironia inconfondibile e sottile che, in queste pagine, diventa bonaria ed empatica.
Valerio Di Stefano è docente di lingua e letteratura spagnola dalla penna felice che, per la prima volta, immerge nel luogo che per lui è ormai "casa".