Disponibilità immediata - Attenzione!! Consegna a rischio per Natale.
la disponibilità è espressa in giorni lavorativi e fa riferimento ad un singolo pezzo
Maria ha superato da poco i quarant'anni, vive a Napoli, lavora come insegnante in una scuola serale e un giorno, al sesto mese appena di gravidanza, partorisce una bambina che viene subito ricoverata in terapia intensiva neonatale. Dietro l'oblò dell'incubatrice Maria osserva le ore passare su quel piccolo corpo come una sequenza di possibilità. Niente è più come prima: si ritrova in un mondo strano di medicine, donne accoltellate, attese insensate sui divanetti della sala d'aspetto, la speranza di portare sua figlia fuori da lì. Nei giorni si susseguono le mense con gli studenti di medicina, il dialogo muto con i macchinari e soprattutto il suo lavoro: una scuola serale dove camionisti faticano su Dante e Leopardi per conquistarsi la terza media. La circonda e la tiene in vita un mondo pericolante: quello napoletano, dove la tragedia quotidiana si intreccia con la farsa, un mondo in cui il degrado locale è solo la lente d'ingrandimento di quello nazionale.
Il cuore, l'emotività, l'istinto alla procreazione e all'accudimento di un figlio, e la capacità cerebrale di una donna che ha fatto dei libri e della letteratura quasi la sua ragione d'essere, si incontrano/scontrano in questo intenso libro della giovane scrittrie napoletana. Napoli, questa volta vista dalla piccola finestra di un bagno d'ospedale, è lo scenario dei 40 giorni che Maria, madre di una piccolissima prematura nata di 6 mesi e posta in una incubatrice che somiglia ad un acquario, trascorre nel dubbio che Irene possa morire, vivere con un grave handicap, o vivere una vita normale. Maria insegna lettere in una scuola media serale per adulti, si lascia alle spalle una vita di sacrifici che la sua famiglia ha compiuto per permetterle gli studi, è stata abbandonata dal padre di sua figlia, eppure il suo attaccamento alla vita, il suo aggrapparsi alla speranza che Irene possa sopravvivere, si respira in tutte le pagine di questo romanzo struggente, pieno di strazio ma anche di poesia. Un linguaggio duro, un lessico che spesso scivola nel dialettale, ma mai sboccato,ci restituiscono una ennesima storia della Napoli attuale, povera, deprivata dei suoi capolavori, ma vitale come la piccola Irene, che non si arrende, insieme alla sua coraggiosa madre.
Elisabetta Bolondi - 09/02/2008 17:30