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Nel 1886, come nelle maggiori città italiane e d'Europa, impazzava anche a Napoli la "febbre" dello spiritismo. Non solo una moda borghese, ma una sfida che intrigava brillanti intelligenze delle lettere, delle arti e della scienza (compreso insigni medici). La scena era dominata da una giovane medium, Eusapia Palladino; e le lunghe file alle sue sedute spiritiche si dividevano puntualmente tra due schiere: chi ci credeva e chi no, chi applaudiva e chi sorrideva. Roberto Bracco, che faceva parte del secondo gruppo, decise di raccontare le cronache dello spiritismo napoletano in un libello che vendette 150mila copie in pochi giorni, ma attirò anche le ire e la suscettibilità di molti. Vent'anni dopo, un editore ricostruì l'incredibile vicenda - con un geniale tiro mancino tirato da Bracco - aggiungendo particolari, documenti e nuove cronache di quelle sedute che avevano "stregato" la Napoli di quei magici e confusi giorni.Introduzione di Francesco Palmieri.