Nell'opera letteraria e pubblicistica di Dostoevskij, l'immagine di Pietroburgo non scaturisce dalla arbitrarietà creativa, ma indica il destino dell'imperialismo tragico, quale luogo di transizione dell'identità russa. Pietroburgo vive un'esistenza misteriosa dettata dalla tragedia della doppia identità della Russia. Il doppio non e una categoria psicologica, ma istoriosofica, perché derivante dallo spleen che svela i retroscena dell'esperienza storica. Lo spleen di Pietroburgo, quale capitale del pensiero russo, è la prima ipostasi della riflessione istoriosofica e politica di Dostoevskij che è orientata sia a disvelare gli sdoppiamenti del periodo pietroburghese della storia russa, sia a stabilire un confronto con le altre capitali del XIX secolo, Londra e Parigi. Mentre Pietroburgo è una capitale astratta e premeditata, Londra e Parigi appaiono come una profezia dell'apocalisse e il Palazzo di Cristallo è l'emblema della negatività stagnante del mondo post-storico.