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Pubblicato nel 1942, "Lo straniero" è un classico della letteratura contemporanea: protagonista è Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a se stesso e al mondo. Un giorno, dopo un litigio, inesplicabilmente Meursault uccide un arabo. Viene arrestato e si consegna, del tutto impassibile, alle inevitabili conseguenze del fatto - il processo e la condanna a morte - senza cercare giustificazioni, difese o menzogne. Meursault è un eroe "assurdo", e la sua lucida coscienza del reale gli permette di giungere attraverso una logica esasperata alla verità di essere e di sentire. Un romanzo tradotto in quaranta lingue, da cui Luchino Visconti ha tratto nel 1967 l'omonimo film con Marcello Mastroianni. Introduzione di Roberto Saviano.
Oggi è morta mia mamma. O forse ieri, non so
Già lincipit, che riporto sopra, offre una visione, se pur ancor approssimativa di quel che è Meursault, il protagonista, un francese che risiede in Algeria e che in prima persona descrive la sua vita come se questa gli fosse estranea, come se lui vedesse solo da osservatore il procedere degli eventi. E in effetti, insensibile a qualsiasi approccio affettivo, lascia scorrere lesistenza di cui appare più soggetto passivo che artefice. Diviso in due parti il romanzo porta alla conclusione un Meursault che uccide senza motivo, che viene condannato alla ghigliottina e che solo quando avverte che la sua fine è imminente prova per la prima volta un desiderio, quello di ricominciare, di ricostruirsi una nuova vita, come aveva fatto sua mamma quando lui laveva rinchiusa in un ospizio. Lo straniero è unopera di grandissimo spessore, anche se di primo acchito e affrontata con superficialità potrebbe apparire dimessa. La forza straordinaria del libro è che in realtà non porta nessun insegnamento, ma dopo averlo letto si avverte chiaro che in noi è cambiato qualcosa e che se anche non è stata una lezione però ha avuto un risultato eccezionale, nel senso che ci apre la piccola porta attraverso la quale entriamo nel mondo, ingresso che sarà tanto più redditizio quanto più giovani saremo, perché è evidente che è pressochè impossibile ritornare a vivere da vecchi. Alla luce di questo Lo straniero non è il classico romanzo con una trama che avvince, che appassiona, bensì è una meditazione sullapproccio di una persona con il mondo e il vero valore dellopera, che la rende più che mai attuale, risiede nellincompletezza dellessere umano, nella sua assurdità di essere al contempo né morale e nemmeno amorale, unambiguità da cui non riusciamo, ma anche non vogliamo uscire.
Non è certo un libro di facile lettura, o meglio ancora quella che invece può apparire una facile lettura richiede continue riflessioni e approfondimenti, senza i quali la sola trama sarebbe ben poca cosa e appunto come ho scritto prima è alla fine che ci si accorge che senza che lo vogliamo qualcosa è cambiato in noi, che in fondo, sia pur su scala diversa, potremmo essere dei Meursault e che, forse, siamo ancora in tempo per ricominciare, per rapportare diversamente la nostra vita con il mondo che ci circonda.
Non aggiungo altro, se non linvito a leggerlo.
Renzo Montagnoli - 23/09/2020 10:23