Questo testo ha una duplice matrice: scientifica e umanistica, riflesso della cultura professionale dei due autori e curatori del libro: Gaetano Riviello e Iacopo Nappini. Numerosi sono stati gli amici di questo libro che ne hanno desiderato la sua pubblicazione e non pochi coloro che, a vario titolo, son stati pronti a consigliare e aiutare. Le motivazioni che hanno reso possibile questo studio sono diverse ma convergenti: sensibilità verso il mondo pastorale, rispetto delle tradizioni, compassione per le vittime delle predazioni, volontà di fare chiarezza su questioni importanti, senso civico e rispetto per la natura, desiderio di conoscere in senso autentico e scientifico il lupo. Il predatore delle greggi è dalla notte dei tempi un rivale dell'uomo e come tale non una preda, ma un nemico che suscita sentimenti di rispetto e ammirazione paralleli all'inquietudine e alla repulsione legati al suo modo di nutrirsi a spese degli allevamenti. Dopo secoli, il ritorno, in grandi numeri del lupo e la sua prossimità a luoghi antropizzati e a greggi di pecore, e in generale ad animali da cortile e allevamento, è oggi un problema aperto e grave. Grave e irrisolto, perché nel mondo pastorale esso s'aggiunge a una serie di difficoltà d'ordine commerciale, giuridico e perfino generazionale. L'opera del predatore diventa troppo spesso quel qualcosa che fa precipitare le condizioni della piccola e media impresa agro-pastorale e ne determina a volte la scomparsa.