Poche società, nella storia, hanno applicato a tutta la loro architettura e la loro urbanistica una rigorosa visione morale. La comunità ibadita dei Mozabiti ha realizzato un'applicazione rigorosa della morale religiosa, filosofica e sociale agli spazi costruiti per la vita quotidiana, e mantenere intatti tale visione e quegli spazi in una specie di microcosmo isolato, rispettando le regole di convivenza con l'ambiente naturale. Una lezione per l'uomo d'oggi, che coi suoi interventi edificatori si espone sempre più al rischio di catastrofi ecologiche come alluvioni, frane, desertificazione.
Per un migliaio d'anni, nelle oasi dello M'Zab non c'è stata quella che noi chiamiamo "evoluzione degli stili artistici". Gli edifici e le altre costruzioni come gli sbarramenti che ritengono le acque per l'irrigazione esprimono la stessa risposta essenziale ai bisogni di base, senza mutamenti nelle proprie forme. È stata questa la scoperta fatta, nel nostro secolo, da un grande architetto come Le Corbusier, l'essenzialità in modo spontaneo e quasi naturale, senza cercare di di stupire con grandiosità o con decorazioni fastose. È questa la grandezza dell'architettura mozabita.