DAL LIBRO: Come prete cattolico apostolico romano (veramente sono fiorentino, ma non importa, lascio stare il romano per usanza) professo tre adorazioni: la Dulia, l'Iperdulia, e la Latrîa, o per dirla in termini, che i cristiani intendano, e non abbaino i cani, adorazione di Dio, della Madonna, e dei Santi; quanto agli uomini, io piovano Arlotto, non ho provato, nè provo idolatria, bensì reverenza ed affetto per coloro che con opere d'ingegno crebbero il retaggio del sapere umano, o innamorano le menti rudi del bello, le persuasero allo aborrimento del brutto; avvertendo che per me Piovano il bello e il buono formano tutta una cosa, come del pari tutta una cosa sono per me il brutto ed il cattivo. Due cotanti più degl'ingegnosi poi piaccionmi i generosi; vero è però che per favore insigne della Provvidenza di rado l'ingegno si scompagna dalla generosità: ad ogni modo, per me Piovano, la mia mente s'inchina in Santa Croce dove stanno sepolti Galileo, Michelangiolo, il Machiavello, l'Alfieri, e.... il Marchese di Laiatico, ma il mio cuore vola sotto le grondaie della chiesa di Cavinana dove rasente al muro giacciono le ossa di Francesco Ferruccio.