«Giuseppe Verdi visto da un'altra prospettiva.» Il Resto del Carlino
«Mattioli dimostra con acutezza e humour che Giuseppe Verdi ha messo in luce, forse come nessun'altro, una fisionomia italica da esplorare a fondo per comprendere noi stessi.» Robinson - la Repubblica - Leonetta Bentivoglio
«Delizioso pamphlet, capace di appassionare anche i profani. » Il Fatto Quotidiano - Silvia Truzzi
«Pieno di aneddoti, citazioni, osservazioni illuminanti. Un libro liberatorio. » Il Foglio - Marina Valensise
«Delizioso pamphlet... capace di appassionare anche i profani. » Il Fatto Quotidiano - Silvia Truzzi
Giuseppe Verdi è il più celebre e popolare tra gli operisti: i suoi melodrammi continuano a essere rappresentati nei teatri di tutto il mondo. Ma Verdi è stato anche qualcosa di più: insieme a pochi altri grandi compatrioti (Machiavelli, Leopardi, Fellini) ha saputo descrivere gli italiani non per come credono di essere, ma per come sono veramente. Le opere del genio di Busseto sono i modelli dei nostri (tanti) vizi e delle nostre (poche) virtù: la prima scena del Rigoletto sembra svolgersi durante una delle cene eleganti di Arcore; il protagonista di Un ballo in maschera è l'archetipo del bamboccione di provincia, già pronto per comparire nei Vitelloni; Radamès è il ragazzo di buona famiglia che si innamora della colf immigrata Aida invece che di un mezzosoprano socialmente compatibile. E nei suoi capolavori tutti, fra una cavatina e un duetto, ritroviamo atmosfere, situazioni e istituzioni che sono, nel bene e nel male, tipicamente italiane: la famiglia, il rapporto con le donne e con la Chiesa, la noia della provincia, il ruolo degli intellettuali, il peso del denaro.
Con sterminata ammirazione, Alberto Mattioli ci insegna a riconoscere in queste pagine divertite e partecipi come Verdi rappresentandoli con lucida e profonda consapevolezza ha fatto gli italiani. Senza dimenticare che, in fondo, anche gli italiani hanno fatto Verdi.