Ha una vita quieta Alfonso Russo, piatta come il mare di Napoli nei giorni di cielo azzurro, rigorosa come sanno essere certe sinfonie di Mozart. Suona il violino al Teatro San Carlo, accorda i giorni al volo dei gabbiani, arreda di piante le sue solitudini. Alfonso Russo è abitudini e vocazione, finché un giorno di vento, quando meno era atteso un addio, il palcoscenico di una vita lo congeda, e una bambina dagli occhi di caffeina, geniale e misteriosa, lo tira dentro una città solo sentita e mai vissuta, tra garbugli di vicoli e guaglioni che ringhiano dalle selle degli scooter. Racconto lirico, marino e folgorante, con un fraseggio musicale insegna come ci si possa salvare sempre, anche quando e dove tutto sembra sul punto di disfarsi. Geografie emozionali disegnate su una Napoli di bagliori e dannazione che, malgrado tutto, riesce a stare bene dentro se stessa.