Il n. 20 della collana Quaderni del Sistema museale del Lago di Bolsena è il terzo volume pubblicato in questa serie dal Museo della preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese di Valentano. Il Naviglione di Farnese. Dall'Età del Rame all'Età etrusco-arcaica è frutto di un lavoro corale di ricerca che, sotto il coordinamento di Patrizia Petitti, Carlo Persiani e Fabio Rossi, ha coinvolto numerosi specialisti. Non deve stupire che il sito oggetto di questa pubblicazione sia posto al di fuori dei confini del Comune di Valentano. Questo per due motivi. Da una parte il Museo della preistoria, per sua stessa denominazione e missione, si pone come centro di riferimento per la preistoria di tutta la Tuscia. Inoltre, Farnese è uno dei comuni che risulta tra quelli fondatori del Sistema museale. L'incursione del Museo della preistoria di Valentano in territorio farnesano, pertanto, va letta non soltanto come legittima, ma come esempio di vera e propria buona pratica di natura sistemica. Ciascun museo del Sistema infatti, caratterizzato da una propria tematica e da una propria chiave di lettura legata alla disciplina della quale è espressione, oltre a svolgere la funzione di centro interpretativo in relazione alle emergenze patrimoniali di più immediata pertinenza, può e deve dare un proprio contributo alla lettura del territorio abbracciato dall'intera rete. Agli occhi di un non-addetto-ai-lavori, di un lettore cioè che può soltanto in parte comprendere ed apprezzare lo sforzo analitico e il rigore interpretativo riversati nella scrittura dei contributi che costituiscono il presente lavoro, il Quaderno 20 ha un suo specifico fascino. Fascino legato all'idea di scavo, e all'immaginario che questa pratica è in grado di attivare, di solleticare. Lo scavo inaugurale di cui fu protagonista Rittatore Vonwiller, a cui si deve l'individuazione della Necropoli del Naviglione sul finire degli anni Sessanta del Novecento. Quelli realizzati un ventennio dopo, con la ripresa dell'interesse nei confronti del sito. Quello che i curatori hanno promosso tra le carte ed i documenti prodotti in vari decenni di studi, di relazioni, di documenti prodotti dalle competenti autorità preposte alla conoscenza ed alla tutela del patrimonio archeologico. Rimane il rammarico, questo sì, per l'interruzione - dopo il 1997 - degli scavi, interruzione dovuta al taglio, operato a livello centrale, dei fondi necessari a questo tipo di impresa. Nonché per il danno apportato al sito dagli scavi clandestini. Ma tutto ciò non può far perdere di vista il grande merito che va attribuito a questa pubblicazione, quello di operare un primo importante passo verso la pubblica restituzione delle conoscenze circa questo importante capitolo della storia e dell'archeologia del paesaggio del Sistema museale del Lago di Bolsena.