Un ritratto della persona e del genio di Nietzsche, piuttosto che un esame accademico o critico della sua opera e della sua filosofia. Fin dalle prime righe lo scrittore austriaco presenta la "tragedia di Nietzsche", una tragedia "senza tempo" e "senza personaggi". Zweig racconta di un uomo quasi del tutto cieco, tormentato da violenti mal di stomaco e terribili mal di testa, intento a condurre un'esistenza solitaria, separata, girovagando come un "vagabondo dello spirito" in anonime pensioni, ossessionato da cibo, tempo e dalla sua malcerta salute. In Nietzsche però la tragedia della sua esistenza, la sua assoluta solitudine, la sua passione per la verità, sono fatti essenziali e inseparabili dal suo turbinoso sviluppo intellettuale, e dunque fondamentali per comprenderne l'unicità dell'opera e del pensiero. Per questo il magistrale ritratto dell'uomo Nietzsche e della sua tragica traiettoria esistenziale resta ancora oggi un impressionante documento per comprendere in profondità il pensiero del filosofo del superuomo e della volontà di potenza.