La risposta arriva come una freccia scoccata direttamente al cuore: Sam arrotola la manica della sua camicia bianca e mostra il tatuaggio che gli aguzzini di Dachau hanno impresso sul suo avambraccio e nella sua vita. Non sarebbero necessari altri commenti, se non l'unico che quell'uomo potrebbe pronunciare: «Noi la morte l'abbiamo già uccisa». Una testimonianza per episodi ed esperienze vissute in prima persona, che si incrocia con verità storiche volutamente dimenticate e con una ricerca costante di dati scientifici soffocati dalla propaganda dominante. Un racconto crudo di quanto visto e verificato direttamente. Una ricerca costante non a giustificare Israele o gli ebrei, ma a comprendere le radici dell'odio che fa di Israele l'unica roccaforte in grado di garantire la sopravvivenza del popolo ebraico.