L'arte ha il potere di modificare la realtà.
Con questa convinzione un figlio apre le porte al risentimento trattenuto, all'amore sconfinato, e nella navicella della sua scrittura affronta la tempesta del rapporto con il padre.
La minaccia di un cuore malato, la follia dell'alcol, l'invenzione di un passato da ribelle o da agente segreto: affacciato alla finestra da cui suo padre ha contemplato il mondo per l'ultima volta, il figlio cerca una direzione per attraversare ricordi dolorosi e inspiegabili amnesie.
Ma non c'è bussola né rivelazioni salvifiche, solo la forza di lasciarsi andare alle onde del tempo, a un destino collettivo evocato da libri e film amati, a una storia personale in cui riconoscere finalmente i doni e le ferite.
Nel suo romanzo più intimo e autobiografico, Ricardo Menéndez Salmón viaggia fino al cuore delle tenebre e porta in salvo una nuova capacità di presenza.