Già il titolo "Non ho mai finto" stabilisce il contesto di verità in cui si muove la parola poetica di Monia Gaita, adibita a percepire, cogliere e analizzare realtà materiale e trama interiore. Uno scavo che diventa fede e obbedienza consapevole all'irrisolto mistero sul quale il dire, inesauribilmente, lievita e s'interroga. Un linguaggio lirico alto che crea con accostamenti ibridi, anche attinti a un lessico tecnicistico e comune, una genealogia solida di originalità e di forza. Se la poesia deve sollecitare il pensiero e spalancarne i varchi, questi versi non affacciano alcuna prossimità all'ovvio e al futile. Il discorso si fa detentore di una potente agibilità comunicativa, incorporata in un bagaglio di significanza che il lettore potrà facilmente riconoscere.