Non siamo obbligati a mettere al mondo dei figli, il pianeta è già allo stremo e ci chide attenzione. Visto che l'Umanità non è così intelligente come crede di essere, forse l'unico modo per riuscire a stare bene, tutti, è essere un numero che il pianeta riesca a sopportare e supportare. Daltronde chi non è nato non soffre certo per questo, forse, sta meglio di noi.
Questo libro non si può definire proprio un romanzo, anche se di episodi ne capitano diversi, quanto piuttosto un saggio, a modo suo, e indubbiamente un momento di riflessione in cui lautore, partendo dalla quotidianità, trae spunto per dirci cosa ne pensa e riflettere su temi anche importanti.
Il protagonista della storia, che è forse lalter-ego dellautore, punta il dito contro le ipocrisie, contro il politicamente corretto, talvolta contro il sentire comune, ma lo fa con ironia (larma migliore), strappandoci un sorriso mentre ci mette di fronte alle sue e alle nostre contraddizioni. Non tutti potranno essere daccordo con le sue teorie, che spaziano dalle faccende terrene (la prima infanzia, il rapporto morboso che certe persone hanno con gli animali) alle faccende ultraterrene. Quel che è certo però è che il libro, scorrevole e godibile, fa meditare e alla fine della lettura non potremo che chiederci: e se in fondo avesse ragione lui?
Elena Genero Santoro - 02/06/2015 15:29