Viaggio sul confine orientale della Grande Guerra lungo le orme del fante Giuseppe Savi "Longo" originario di Soverzene (Belluno). Una storia che andava raccontata per la straordinarietà degli eventi che questo soldato ha vissuto e ai quali è sopravvissuto, quasi che su di lui si compisse il destino di chi avrebbe dovuto vedere e raccontare tutto. Dall'Ortigara al Monte Piana, dal Carso al Piave, passando per l'affondamento del piroscafo Principe Umberto, fino al processo per diserzione e alla grazia concessa in anni recenti. Eppure il prescelto testimone di quella storia, morto a 91 anni, non raccontò mai nulla, mai un accenno, un ricordo, una ricostruzione. Cent'anni dopo è il nipote a ricostruire quella vita, consultando i diari dei reggimenti in cui Giuseppe Savi aveva militato: i156° Brigata Marche, il 253° Brigata Porto Maurizio e il 23° Brigata Como. Si aggiungono i documenti e gli atti giudiziari ritrovati agli archivi dell'Eur a Roma e - di grandissimo interesse storiografico - una fittissima bibliografia d'epoca, non esclusivamente diaristica, con cui l'autore ricostruisce i grandi eventi storici direttamente dai teatri di guerra. Un reportage postumo che ha il pregio di seguire la vita di un singolo soldato sopravvissuto e sconosciuto ai più aprendo, con perizia documentale, molti varchi inesplorati dalla storiografia consolidata.