Ogni mattina, un uomo si alza prima dell'alba e va a correre nel buio di un parco, anche se ama dormire e odia correre. Marco Morganti è un giovane professore di matematica con un'infanzia difficile alle spalle e una vita che ora scorre tranquilla. Poi, una notte, un evento sconvolge la sua esistenza, e non solo la sua. Tornando ubriaco da casa di un'amica, alle quattro del mattino, in macchina, investe un uomo. Terrorizzato e confuso, scappa via senza sapere cosa abbia travolto. E invece quella cosa ha un nome: Francesco Giganti, operaio, si stava allenando per la maratona per amore del figlio, Marcello, un ragazzo con autismo che ha fatto della corsa la sua ragione di vita. E che ora si trova senza un padre, in coma su un letto d'ospedale, e senza la sua amata corsa. Dal fondo del baratro in cui Marco cade, la possibilità di una redenzione diventa l'unico spiraglio di luce. Così, determinato fino alla cupidigia, decide una cosa: sarà lui a correre la maratona insieme a Marcello. La corsa diventa quindi un percorso di vita, un'espiazione silenziosa e tenace. Lui, che prima di allora non sapeva nemmeno la differenza tra un paio di scarpe da corsa e uno da basket, correrà quei 42 chilometri e 195 metri, costi quel che costi. Sulla strada non sarà solo, ma avrà accanto l'amico Giorgio e la collega Marta, che lo sosterranno negli alti e bassi del suo percorso. Un libro commovente e ironico sulla possibilità di rinascita, sempre.